Monitorare lo scarico di condensa delle caldaie a condensazione
Essere in possesso di un impianto di riscaldamento che sia energeticamente efficiente è importantissimo. Non a caso oggi la gran parte delle famiglie ha optato per l’installazione di una caldaia a condensazione.
A differenza della caldaia tradizionale, questa tipologia di apparecchio offre un notevole risparmio economico. Oltre a ciò la caldaia a condensazione riduce anche sprechi e le emissioni andando a limitare i danni prodotti dall’inquinamento.
Le caldaie a condensazione però richiedono una corretta gestione dei fumi e dello scarico di condensa. Può sembrare poco, ma in realtà lo scarico dell’acqua prodotta è un fattore che va monitorato in modo attento.
La norma UNI 7129 entrata in vigore già nel 2015, possiede un’apposita sezione che stabilisce in maniera molto scrupolosa i metodi da utilizzare per smaltire in modo giusto l’acqua della condensa.
Come si crea la condensa?
Le caldaie a condensazione hanno un funzionamento particolare. Queste tecnologie nascono con l’intento di ridurre il più possibile gli sprechi. All’interno della caldaia quindi viene generato un riciclo del calore prodotto che permette di consumare meno ed ottenere un rendimento superiore del 100%.
Le caldaie a condensazione, in sintesi riescono ad estrarre il calore aggiuntivo prodotto dai gas di scarico e condensano il vapore acqueo trasformandolo in acqua liquida. È importante specificare che l’acqua prodotta dalla caldaia è leggermente acida e per questo viene smaltita attraverso tubature idonee costruite con materiali specifici.
Tutta l’acqua che le caldaie a condensazione scaricano possiede un PH di 3,5/4. Si tratta quindi di acqua acida all’interno della quale è presente una rilevante quantità di anidride carbonica. Ciò si verifica a causa dei fumi della combustione.
Queste informazioni sono utili per comprendere quanto sia importante smaltire i liquidi della caldaia nel modo corretto. Se ciò non accadesse ci sarebbero danni irreversibili alle tubature ma soprattutto all’ambiente!
Le regole per un corretto smaltimento
In media, una caldaia a condensazione che lavora in modo efficiente, produce circa 2 litri d’acqua all’ora. I liquidi prodotti possono raggiungere temperature come 30- 40°.
E quindi in che modo va gestito lo scarico di condensa della caldaia?
La normativa sancisce in modo molto rigido le modalità di smaltimento. Esistono diverse soluzioni in merito:
- Scarico acque reflue domestiche: in questo caso avrete bisogno di un semplice condotto di adduzione che faccia defluire l’acqua direttamente nel sistema fognario;
- Scarico nel pozzo interrato: solo nel caso in cui la vostra abitazione sia situata in zone isolate non collegate alla rete fognaria.
- Scarico acque bianche: questa ultima soluzione prevede di indirizzare lo scarico dell’acqua verso altri sistemi che raccolgono acqua piovana. Secondo la normativa però, ciò è possibile solo nei casi in cui il materiale del sistema di raccolta sia adatto a raccogliere acque acide.
Utilizzo di sistemi di neutralizzazione
L’acqua di condensa è molto corrosiva per i tubi costruiti in acciaio e anche per quelli in carbonio. Come abbiamo già detto, l’acqua generata dalle caldaie a condensazione ha un PH compreso tra 3 e 5.
Sappiamo che una sostanza si definisce neutra quando il suo PH si avvicina a 7. Per fare ciò, si ricorre all’utilizzo di neutralizzatori di condensa. Il neutralizzatore è un sistema a filtro di carbone attivo che riesce a ingabbiare gli ioni responsabili del PH acido della condensa fino alla sua fuoriuscita nel sistema di scarico.
Questo tipo di intervento è raccomandabile soprattutto nei casi di caldaie superiori a 116 KW di potenza. Qualora questo processo di neutralizzazione dei liquidi non avvenisse, le tubazioni di scarico subirebbero usure e danni.
Sistema di scarico condensa
In conclusione, anche il sistema di scarico condensa della caldaia (come anche lo scarico fumi) deve rispettare quelle che sono le normative vigenti e l'acqua generata deve essere smaltita in modo corretto. È importantissimo evitare eventuali ristagni d’acqua e progettare l’impianto di smaltimento in modo adeguato. È necessario anche verificare che non si verifichi nessuna fuoriuscita di fumi e gas.
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