Il nuovo decreto Bollette è operativo, ecco quali saranno i limiti per il raffrescamento degli edifici
Il nuovo decreto bollette 2022 è pronto per partire. Dal 1° maggio tutti gli edifici pubblici saranno obbligati a rispettare i limiti di temperatura per il raffrescamento degli ambienti.
Secondo il decreto la temperatura dei condizionatori non potrà essere inferiore ai 25 C° (o meglio 27 C° con due gradi di tolleranza).
Perché è stato imposto questo limite?
Il decreto Bollette nasce con l’intento di contrastare la crisi energetica che attualmente il nostro Paese sta attraversando. In questo momento, risparmiare energia e contribuire attraverso minori consumi di gas è davvero importante.
Imponendo un limite di 25 C° per il raffrescamento degli edifici, si stima un risparmio di circa 3 miliardi di metri cubi di gas. I dipendenti pubblici avranno quindi un’estate più calda e un inverno più fresco.
L’Italia come molti alti Paesi registra un alto tasso di dipendenza dalla Russia per quanto riguarda il gas. Per cercare di svincolarsi dall’import russo, molti Stati hanno deciso di mobilitarsi, attivando delle limitazioni sull’utilizzo delle materie prime.
Quali sono le strutture coinvolte nel decreto bollette?
In sintesi, secondo il Decreto Bollette, nessun ufficio pubblico potrà impostare la temperatura del condizionatore al di sotto dei 25 C° (o meglio, sotto i 27 gradi ma con 2 gradi di tolleranza). Il decreto si estende a tutti gli uffici e strutture pubbliche. Questo significa che anche le scuole e i gli uffici della pubblica amministrazione dovranno rispettare le limitazioni.
Al momento sono escluse dal decreto tutte le strutture private, quelle ospedaliere e anche le case di cura.
Per quanto tempo resterà attivo il Decreto sul Risparmio Energetico?
Le restrizioni sull’utilizzo del condizionatore negli uffici pubblici, resterà attivo fino al 31 marzo del 2023. A questo si affiancheranno anche ulteriori limitazioni relative al riscaldamento invernale. Il Decreto bollette quindi, mira a ridurre gli sprechi sia nell’utilizzo dei termosifoni che dei condizionatori.
Per quanto riguarda il riscaldamento nel periodo invernale, la temperatura non potrà essere superiore ai 19 gradi. Si tratta di un modo semplice per cercare di diminuire il fabbisogno di gas.
Ovviamente il decreto non può risolvere tutti i problemi ma, tagliare i consumi aiuterebbe quantomeno l’Italia a sganciarsi dal gas russo.
La stretta del Governo ha previsto di tagliare i consumi solo all’interno delle strutture pubbliche ma questo non esclude che potranno essere coinvolti anche i privati.
A quanto ammonta la multa per chi non rispetta i limiti imposti dal decreto?
Le multe per i trasgressori variano da 500 € fino a un massimo di 3.000 €. Le attività di controllo saranno effettuate dagli ispettori del lavoro che si recheranno periodicamente all’interno delle strutture della pubblica amministrazione.
Condizionatori in Italia: quante famiglie ne fanno uso?
Il Italia la metà delle famiglie utilizza il condizionatore per il raffrescamento estivo. Per quanto riguarda le modalità di riscaldamento invece, il metano si conferma la fonte di alimentazione più utilizzata nel nostro Paese.
Attualmente non sono state imposte limitazioni per il termostato dei privati ma non è da escludere che in una fase successiva le restrizioni sull’utilizzo del condizionatore e dei termosifoni possano essere imposte anche alle abitazioni private.
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